Il Registro e i criteri

I criteri per la candidatura delle aree del Registro nazionale del paesaggio rurale storico

CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

Il registro nazionale dei paesaggi rurali storici è espressamente dedicato ai paesaggi rurali. Rispetto ai paesaggi e alle bellezze naturali, come definite dalla Legge 1497 del 1939, i paesaggi rurali storici fanno rifermento alla grande famiglia dei paesaggi culturali che il geografo americano Carl Sauer nel 1923 così definisce: “Il paesaggio culturale è creato attraverso la trasformazione di un paesaggio naturale operato da un gruppo culturale.

La cultura è lo strumento, l’ambiente naturale è il mezzo, il paesaggio culturale, è il risultato”.

A questa definizione, ma più propriamente per la storia del paesaggio agrario italiano, si affianca quella di Emilio Sereni del 1961: “..quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale..”.

Più in generale , nel documento tematico sul paesaggio redatto per il PSN 2007-13, il paesaggio rurale, comprensivo degli aspetti agricoli, forestali, pastorali ed insediativi, è definito come il risultato dell’integrazione fra processi economici, sociali ed ambientali nello spazio e nel tempo.

Rispetto ad altre istituzioni internazionali rivolte alla tutela del paesaggio quali l’UNESCO WHL, ed anche i GIAHS della FAO, il registro nazionale del paesaggio rurale storico si caratterizza per mettere al centro i paesaggi creati dalle attività agricole, forestali e pastorali nel corso della storia. Questo li differenzia rispetto ai valori più genericamente definibili come culturali (vedi UNESCO categoria “Cultural Landscapes”) o naturalistici (vedi sempre UNESCO WHL, categoria “Natural Properties”) e le aree protette nazionali, incluse quelle della rete europea NATURA 2000.

Si tratta quindi di paesaggi che “sono presenti in un determinato territorio da lungo tempo, anche molti secoli, e che risultano stabilizzati, o evolvono molto lentamente.

Essi sono generalmente legati all’impiego di pratiche e tecniche caratterizzate da un ridotto impiego di energie sussidiarie esterne, sia in termini di meccanizzazione, irrigazione, che di concimazioni chimiche e di agrofarmaci, con la presenza di ordinamenti colturali caratterizzati da lunga persistenza storica e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti.

La loro presenza, o lenta evoluzione, mostra una significativa armonia integrativa tra aspetti produttivi, ambientali e culturali di una data area o regione”.

Tale concetto può estendersi anche ai paesaggi forestali, i quali nel nostro paese sono anch’essi legati alle dinamiche storiche e quindi sono il prodotto di pratiche tradizionali e forme di gestione che hanno modificato le condizioni di densità, struttura e composizione specifica tipiche delle formazioni naturali.

In conseguenza di quanto sopra, i criteri di selezione dei paesaggi storici tengono presente le caratteristiche di storicità del paesaggio associati alla permanenza di pratiche tradizionali che li determinano, impiegando i concetti di “significatività” , “integrità” e “vulnerabilità” per valutare le loro caratteristiche in merito all’inclusione nel registro.

Trattandosi di paesaggi strettamente legati alle attività agricole, forestali e pastorali, per loro natura caratterizzate da una continua evoluzione, l’inclusione nel Registro prevede non solo l’accertamento delle caratteristiche sopra indicate, ma anche indicazioni relative agli indirizzi gestionali per la loro conservazione ed una valutazione del loro stato di integrità. 2

ATTIVITA’ CHE PRECEDONO LA CANDIDATURA.

Prima dell’invio della proposta formale redatta secondo i criteri indicati dettagliati di seguito, è richiesto l’invio di una scheda di segnalazione (allegato n.1) che possa essere preventivamente vagliata. Solo dopo la risposta positiva in merito alla segnalazione si potrà avviare la procedura di compilazione della proposta di candidatura.

La scheda dovrà contenere le seguenti informazioni:

a) Nome del paesaggio proposto

b) Ubicazione, estensione, comuni interessati

c) Stato attuale della proprietà fondiaria

d) Descrizione degli elementi di significatività del paesaggio storico

e) Descrizione delle pratiche tradizionali

f) Descrizione dell’integrità

g) Descrizione degli elementi di vulnerabilità

h) Documentazione fotografica

La scheda di segnalazione è di circa 6000 caratteri spazi inclusi (Word , carattere TNR 12)

ATTIVITÀ PRELIMINARI ALLA PRESENTAZIONE DELLA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO

1 – definizione di un comitato che organizzi la proposta (non appena l’ONP avrà vagliato positivamente la scheda di segnalazione)

2 – nomina di un coordinatore della proposta

3 – compilazione di una lista di supporter o stakelholders (imprese agricole, associazioni locali, istituzioni, ecc.); in questo contesto il ruolo degli imprenditori agricoli e delle aziende è fondamentale nella composizione della lista.

INDICAZIONI OPERATIVE PER LA REDAZIONE DELLA CANDIDATURA

Il dossier di candidatura deve contenere le informazioni ed i materiali di seguito elencati:

1 – Motivazioni di carattere generale.

Devono essere preliminarmente indicati i motivi per cui secondo i proponenti l’area merita di essere inserita nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici.

2 – Identificazione dell’area oggetto della candidatura.

Devono essere precisati confini ed estensione dell’area definibile come paesaggio rurale storico. Oltre ad aree in cui il paesaggio assume esclusivamente le caratteristiche che stanno alla base della proposta di candidatura, è possibile inserire porzioni di territorio in cui esso è stato variamente modificato, in modo tale da costituire un’area dotata di omogeneità e contiguità territoriale. In ogni caso, però, la superficie occupata dal paesaggio rurale storico deve essere superiore al 50% dell’area totale proposta e devono essere descritte e individuate geograficamente le singole parti dell’area che esso occupa. A questo proposito vanno tenute presenti le indicazioni fornite per la classificazione della integrità.

3 – Descrizione della significatività. (Minimo 4-5 cartelle, formato word, times new roman 12).

Con il concetto di significatività, utilizzato per la selezione delle aree, non si è inteso riprendere integralmente quanto descritto dalla convenzione UNESCO, che prende a riferimento “l’eccezionale valore universale” dei siti proposti, con un’ampia casistica di elementi da considerare. Nel caso del registro nazionale del paesaggio rurale storico sarà considerato il loro 3

valore a livello nazionale, anche se l’importanza di alcuni dei paesaggi rilevati sicuramente trascende i confini nazionali assumendo un valore universale.

La significatività storica in generale dovrà essere definita con riferimento a:

assetto insediativo e infrastrutturale (rete viaria, rete idraulica e irrigua, abitazioni sparse e centri abitati, organizzazione spaziale dell’attività agricola)

sistemazioni idraulico-agrarie e forma e dimensione degli appezzamenti

assetto vegetazionale, colture praticate, forme di allevamento.

La significatività sarà stabilita in base alla possibilità di ricondurre ad un’epoca storica sufficientemente definita gli elementi richiamati. Ciò non vuol dire individuare l’epoca precisa in cui un paesaggio storico è stato realizzato, ma solo poter stabilire che le sue caratteristiche sono riconducibili a quelle che aveva l’agricoltura in quel territorio anteriormente a una certa data. Va anche considerato che il paesaggio sarà in ogni caso il risultato del sovrapporsi di interventi attuati in vari momenti storici e quindi si potrà nella maggior parte dei casi far riferimento ad elementi riconducibili a momenti diversi della storia di un territorio e delle comunità che in esso si sono insediate.

Nella candidatura dovranno essere chiaramente posti in evidenza quali siano gli elementi di significatività storica del paesaggio e dovranno altresì essere citate le fonti che consentono di attestarla.

Alla candidatura dovrà essere allegata una lista di pubblicazioni, opere artistiche, o altra documentazione che testimonia la storia dell’area e la sua importanza.

La significatività storica potrà essere attestata:

da documenti storici, archivistici, cartografici e iconografici che riguardano direttamente il paesaggio considerato;

dalla similarità a paesaggi individuabili in documenti storici, archivistici, cartografici e iconografici relativi ad altri territori;

dalla memoria e dalla tradizione locale;

dalla presenza di colture, varietà, specie e razze animali riconducibili a quelle del passato.

La significatività si riferisce all’insieme dei “valori” espressi dal paesaggio, ma può essere ricondotta a tre concetti fondamentali:

 persistenza

 unicità

 integrità

Persistenza

La persistenza riguarda la possibilità di individuare nel paesaggio contemporaneo assetti paesaggistici riconducibili ad epoche precedenti, con ordinamenti colturali caratterizzati da una presenza continua e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti. Nella proposta di candidatura dovrà essere posta in evidenza la persistenza storica sia dell’assetto insediativo sia delle forme paesaggio rurale . Per la candidatura rivestono comunque maggiore rilevanza gli ordinamenti colturali e la struttura del paesaggio rurale rispetto agli elementi insediativi.

Unicità

L’unicità non è un requisito obbligatorio per l’iscrizione nel Registro che ha soprattutto un carattere inventariale, ma aggiunge valore alla significatività del paesaggio. L’unicità dovrà essere indicata dai proponenti facendo riferimento al contesto storico e territoriale ove ricade un certo paesaggio e potrà essere relativa alla presenza di singoli elementi (le colture promiscue, esempi di bonifiche antiche, sistemazioni idrauliche ecc.) o alla compresenza di tutti gli elementi di un sistema agrario del passato o al mosaico paesaggistico. Potrà essere giustificata anche proponendo una valutazione comparativa con altri paesaggi dello stesso tipo. 4

Integrità

L’integrità, assieme alla persistenza, è il fattore che assume la maggiore importanza ai fini dell’inserimento nel Registro. Essa si riferisce allo stato di conservazione di tutti gli elementi che definiscono il valore storico del paesaggio proposto e quindi fornisce una misura della completezza e del grado di mantenimento della struttura di un paesaggio (vedi gli elementi della significatività) Un paesaggio che mantiene intatte le relazioni che legano la struttura delle sue componenti, ad esempio attraverso il mantenimento di colture agricole storiche, è in grado di soddisfare le relazioni di integrità.

Per valutare l’integrità è necessario verificare:

– il mantenimento di tutti gli elementi necessari a esprimere la significatività,

– il mantenimento di una estensione adeguata a rappresentare le caratteristiche e i processi che individuano la significatività

– eventuali effetti negativi legati a processi di alterazione

La perdita di integrità può avere essenzialmente tre cause: l’abbandono della coltivazione e della manutenzione del territorio e la sua rinaturalizzazione; la diffusione di moderne tecniche colturali; la diffusione di nuove infrastrutture e di nuovi insediamenti nel territorio, o lo stravolgimento delle caratteristiche storiche.

Per tener conto di questi fenomeni si dovranno valutare le trasformazioni dell’assetto insediativo e delle trasformazioni infrastrutturali e delle modificazioni dell’assetto vegetazionale e del mosaico paesistico. Le analisi da svolgere sono le seguenti:

 a – analisi dell’integrità della struttura dell’uso del suolo, secondo la metodologia di analisi multitemporale VASA (allegato 2).

 b – definizione delle categorie di integrità in base alla classificazione adottata per il catalogo nazionale del paesaggio rurale storico (allegato 3).

Per quanto attiene l’assetto insediativo e infrastrutturale, questo non dovrebbe interferire in modo visivamente significativo con il paesaggio storico. Strade di grande percorrenza, aree industriali, centrali eoliche, viadotti ecc., non dovrebbero produrre un impatto visivo significativo col paesaggio proposto. La viabilità minore e l’entità dei fabbricati presenti, con la parziale esclusione di quelli funzionali alla coltivazione dei fondi e alla gestione dei territori forestali, non dovrà aver subito modificazioni sostanziali rispetto a quella individuabile dal volo aereo GAI degli anni ‘50. Sarà consentita la presenza di nuovi fabbricati pari al 25% di quelli esistenti negli anni ’50. Per quantificare l’integrità dell’assetto paesistico si dovrà utilizzare la procedura VASA descritta nel dettaglio nell’allegato 2.

Altro elemento significativo è l’estensione che è un elemento importante per passare da singole “tessere” del mosaico paesistico o singoli usi del suolo di valore storico, alla scala di paesaggio che sola può consentire di individuare e comprendere compiutamente le caratteristiche dell’organizzazione spaziale e culturale di un sistema agro-silvo-pastorale. Al riguardo va anche considerato che un sistema (paesaggio) rurale ha maggiore resilienza se ha una maggiore estensione, quindi l’estensione favorisce la permanenza. Oltre a questo, la fruibilità e la spendibilità in chiave turistica ed educativa dipende notevolmente dall’estensione. Non è però possibile definire una superficie minima eguale per tutti i paesaggi. L’estensione dovrebbe essere inversamente proporzionale all’intensità delle produzioni, dovrebbe essere maggiore nei sistemi estensivi e inferiore in quelli intensivi. Ciò deriva dalla necessità di ricondurre il paesaggio alla sua matrice sociale e produttiva costituita in primo luogo dalle imprese agricole. Per certi versi la dimensione dovrebbe far riferimento al numero di aziende agricole vitali in grado di operare in un certo contesto paesaggistico. Il registro consente di proporre paesaggi storici non continui 5

all’interno dell’area, ma assumono maggiore importanza aree estese ed omogenee di paesaggio storico.

In via del tutto indicativa, a seconda delle tipologie paesaggistiche le aree dovrebbero avere una estensione minima non inferiore a:

paesaggi estensivi (foreste, pascoli): 500-1000 ha

paesaggi mediamente intensivi (prati, seminativi da pieno campo): 250-500 ha

– paesaggi intensivi (viticoli, frutticoli, orticoli o altri in presenza di sistemazioni idraulico-agrarie intensive quali terrazzamenti, ciglionamenti, ecc.): 100 – 200ha.

Allo scopo di facilitare la realizzazione del dossier si forniscono una serie di ulteriori elementi esplicativi da tenere in considerazione riguardo a significatività:

1. Unicità del paesaggio

Alcuni paesaggi hanno caratteristiche di unicità nei diversi contesti di riferimento dovuta all’insieme di numeri fattori, materiali o immateriali, che possono essere già stati riconosciuti a livello locale, regionale, nazionale, internazionale, attraverso la produzione di letteratura specifica o di riconoscimenti ufficiali.

2. Caratteristiche della matrice paesistica

Alcuni paesaggi sono caratterizzati da una particolare matrice paesistica, che può essere ad esempio dominata dalla presenza da poche classi di uso del suolo (es. boschi, seminativi, ecc.) o può esser invece composita, con molteplici usi del suolo nessuno dei quali ha caratteristiche di dominanza organizzati in molte tessere. Con il termine “tessere” si indicano usi del suolo con la stessa qualità di coltura che possono essere distribuiti in vario modo nel mosaico paesaggistico. Un paesaggio può quindi avere pochi usi del suolo (es. 4-5) ma molte piccole tessere (anche 600 in soli 1000 ettari in alcuni paesaggi storici).

3. Caratteristiche estetiche e visive

Il paesaggio presenta valori estetici legati agli aspetti morfologici, agli usi del suolo, alle forme di gestione del territorio rurale e degli insediamenti, ai suoi valori scenici che possono essere individuati e conservati, assicurandone la fruibilità per il pubblico.

4. Persistenza storica del mosaico paesaggistico

Ogni paesaggio è caratterizzato dalla persistenza storica della struttura del mosaico paesaggistico, cioè la presenza di colture agricole ed attività da lungo tempo. In questo senso una indagine storica locale e l’applicazione dell’indice storico con la produzione delle relative mappe, nonché le cartografie delle dinamiche del paesaggio forniscono un riferimento abbastanza preciso per la valutazione del valore di persistenza storica (allegato 3).

5. Persistenza storica dei singoli usi del suolo

Ogni paesaggio è caratterizzato da una diversa persistenza storica dei singoli usi del suolo, la quale contribuisce al valore complessivo del paesaggio. Un terrazzamento può avere origine medievali, ma essere affiancato da un moderno vigneto di pochi decenni di vita.

L’applicazione dell’indice storico con la produzione delle relative mappe, nonché le cartografie delle dinamiche del paesaggio forniscono un riferimento utile alla valutazione e la realizzazione di indici di valutazione

6. Estensione dei singoli usi del suolo

L’estensione dei singoli usi del suolo è caratteristica di ciascun paesaggio. Le variazioni di estensione possono influire sul valore storico e sulla integrità. 6

7. Caratteristiche interne delle tessere del mosaico paesaggistico

Ciascuna tessera di un mosaico paesaggistico è contraddistinta da specifiche caratteristiche di densità, struttura e composizione specifica delle componenti arboree ed arbustive, oltre a una specifica architettura degli impianti agricoli (es. disposizione dei filari, densità, schema di impianto) e tecniche di allevamento (es. forme di potatura di viti ed olivi , ecc.).

8. Elementi materiali

Questo aspetto riguarda il mantenimento del patrimonio insediativo, quali le tipologie dell’edilizia rurale storica, con le sue infrastrutture legate ai cicli produttivi agricoli e forestali (sistemazioni agrarie, forestali, viabilità ecc.). Per elementi quali muri a secco ed altre sistemazioni si richiede materiale grafico che descriva le caratteristiche costruttive.

9. Elementi del patrimonio vegetale

Questo indicatore si riferisce a componenti del mondo vegetale quali specie agrarie e forestali, singole o in gruppo, di particolare significato paesistico.

10. Elementi del patrimonio animale

La presenza di alcune specie animali, selvatiche o allevate, può avere particolare importanza per la significatività del paesaggio. Sono da preferirsi quelle legate alla presenza di attività agro-silvo-pastorali.

11. Attività socioeconomiche

Alcune attività socioeconomiche legate a pratiche di gestione nel settore agricolo e forestale, nonché le conoscenze tradizionali connesse alla identità culturale dei luoghi possono essere utili o necessarie per la conservazione del paesaggio. La loro presenza e continuità nel tempo sono elementi essenziali al mantenimento della significatività del paesaggio.

12. Percezione sociale

Il mantenimento della significatività di un paesaggio è anche legato al grado di percezione di tale valore da parte delle popolazioni. Una indagine locale può chiarire tale aspetto che è importante per il successo delle attività di conservazione e valorizzazione.

4 – Descrizione della vulnerabilità (Minimo 1-2 cartelle, formato word, times new roman 12.)

La vulnerabilità non è un elemento di valutazione della qualità del paesaggio, ma della sua stabilità e, quindi, è un indicatore della possibilità che il paesaggio si mantenga integro in futuro. È pertanto un elemento utile per definire strategie di sostegno al settore primario o per l’erogazione di contributi mirati alla conservazione/ripristino del quadro paesaggistico storico e per definire eventuali vincoli.

A livello di pianificazione urbanistica e programmazione agricola i proponenti dovranno avere cura di dimostrare che:

– gli attuali strumenti urbanistici non prevedono cambi di destinazioni d’uso dei suoli tali da compromettere l’integrità; l’assenza di strumenti urbanistici efficaci può essere un fattore di fragilità del quadro paesaggistico.

– non sono in atto progetti o interventi attuati da altri soggetti relativi alla realizzazione di infrastrutture viarie ad elevata percorrenza, per il trasporto di materie prime (gasdotti, elettrodotti di elevato voltaggio, oleodotti);

– non sono in atto progetti di trasformazione dell’assetto fondiario, idraulico o irriguo.

– non sono presenti indicazioni dei Programmi di Sviluppo Rurale contrarie alla conservazione del paesaggio storico. 7

A titolo di esempio si forniscono le seguenti indicazioni.

Sono da considerare fenomeni di vulnerabilità:

evidenti processi di abbandono colturale all’interno dell’area proposta;

una elevata senilizzazione degli attivi in agricoltura;

la presenza di diffusi fenomeni di marginalità economica delle imprese agro-forestali;

la presenza di misure e strategie dei PSR che promuovono l’abbandono o la modifica delle forme del paesaggio storico;

l’assenza di misure dei PSR specificamente rivolte a sostenere il paesaggio rurale storico;

l’assenza di strumenti urbanistici dedicati alla salvaguardia del paesaggio storico;

la presenza di regolamenti e/o piani di gestione o progetti in aree protette di qualunque tipologia rivolti a rinaturalizzare, limitare, o impedire le pratiche tradizionali per il mantenimento del paesaggio storico.

Sono all’opposto da considerare elementi di stabilità:

la presenza di vincoli paesaggistici nel caso siano applicati alla conservazione di forme di paesaggio storico (es. il vincolo sui territori boscati non è di per se indicativo di effettiva protezione del paesaggio rurale storico) ;

la presenza di regolamenti e/o piani di gestione e/o progetti in aree protette di qualunque tipologia che favoriscono la conservazione del paesaggio rurale storico;

– la presenza di aziende vitali e un adeguato ricambio generazionale;

– la presenza di produzioni tipiche legate al paesaggio storico.

Allo scopo di facilitare la realizzazione del dossier si forniscono una serie di ulteriori elementi cognitivi da tenere in considerazione riguardo alla vulnerabilità

La definizione della “vulnerabilità” si può articolare attraverso due tipologie descrittive, le prime legate alla vulnerabilità degli elementi che definiscono la significatività del paesaggio, e la seconda comprensiva dei fattori di pressione che determinano la vulnerabilità del sistema paesaggistico e delle sue caratteristiche.

1. Fragilità intrinseca degli assetti paesaggistici

Alcune strutture paesistiche sono particolarmente soggette a degrado dovuto ad esempio alla evoluzione naturale o alla influenza antropica. Strutture quali terrazzamenti, pascoli, policolture, sono particolarmente fragili se abbandonate. I castagneti da frutto sono boschi fragili rispetto all’abbandono anche se in tempi più lunghi rispetto ad un coltura promiscua agricola. I boschi di alto fusto misti, sono più difficilmente degradati dall’abbandono.

Tali diversità definiscono un diverso grado di vulnerabilità.

2. Vulnerabilità degli elementi materiali del patrimonio culturale

Ci si riferisce alla fragilità degli elementi materiali connessa alla loro conservazione (es. la diversa fragilità di strutture in pietra rispetto a strutture in legno) ed ai fattori di possibile degrado (es. agenti atmosferici, incuria, abbandono ecc.).

3. Vulnerabilità degli elementi naturali del patrimonio culturale

Si intende la fragilità di singoli esemplari arborei ecc. ma anche specie animali, selvatiche o domestiche che possono avere particolare importanza per il paesaggio. 8

4. Vulnerabilità degli elementi associati alle conoscenze tradizionali ed alle attività socioeconomiche

Fragilità intrinseca degli aspetti materiali ed immateriali afferenti alla conservazione di conoscenze tradizionali connesse con il paesaggio. Per i secondi la perdita di memoria storica delle popolazioni è un esempio di vulnerabilità.

5. Attività agricole

Presenza di attività agricole in grado di influenzare direttamente o indirettamente la conservazione degli assetti paesaggistici. Gli ordinamenti colturali o le tecniche produttive tipiche dell’agricoltura industriale sono esempi tipici di attività a cui alcuni tipi di paesaggio sono molto vulnerabili (es. monocolture estensive in mosaici paesistici complessi, coltivazioni a rittochino su superfici estese ed accorpate, impianti di arboricoltura da legno estesi e con schemi industriali, colture specializzate con alte densità di impianto)

6. Attività forestali

Presenza di attività forestali che influenzano direttamente o indirettamente la conservazione degli assetti paesaggistici. Alcuni trattamenti selvicolturali e forme di utilizzazione forestale (viabilità forestale, ecc.) possono influenzare negativamente la struttura del paesaggio.

7. Imboschimenti naturali o artificiali

Fenomeni di imboschimento prodotti in seguito all’abbandono o per attività pianificate, possono avere influenze negative sulla qualità del paesaggio.

8. interventi di edilizia rurale

Ristrutturazioni o nuovi insediamenti ad uso rurale possono essere incompatibili con la conservazione del paesaggio.

9. Insediamenti urbani

Sviluppo di insediamenti urbani a scopo abitativo, residenziale o turistico che influenzano negativamente il paesaggio.

10. Insediamenti industriali

Sviluppo di insediamenti industriali che influenzano negativamente la conservazione del paesaggio.

11. Realizzazione di infrastrutture

Sviluppo di infrastrutture che influenzano negativamente il paesaggio. Fra queste vanno considerati anche gli impianti legati alle energie rinnovabili.

Per i punti 8, 9, 10 e 11 sono da considerare non solo gli effetti determinati dall’impatto sull’occupazione del suolo, ma anche gli impatti visivi che si trasmettono nello spazio in virtù dello sviluppo verticale.

12. Struttura sociale

Movimenti demografici o trasformazioni della struttura sociale, che rendono vulnerabile il paesaggio. Un elevato tasso di spopolamento in un arco pluridecennale incrementa la vulnerabilità dei sistemi agricoli e forestali anche se con un impatto diverso nel tempo e nello spazio. Ugualmente la riduzione di popolazione dedita all’agricoltura. 9

13. Attività turistiche

Alcuni paesaggi sono molto vulnerabili a certe attività turistiche, sia in termini di qualità che di intensità .

14. Assetto irriguo e idraulico

Le modificazioni dell’assetto irriguo o idraulico sono un elemento importante di trasformazione dei paesaggi storici. Ad esempio, le sistemazioni irrigue storiche si basano in genere sullo scorrimento delle acque sulla superficie del suolo e quindi comportano un elevato consumo idrico. Il passaggio a sistemi irrigui alternativi (a pioggia) può causare l’alterazione del paesaggio storico. Lo stesso dicasi per la modifica dell’assetto idraulico che comporta la trasformazione della forma e della dimensione degli appezzamenti e talvolta la scomparsa totale delle sistemazioni stesse.

5 – Descrizione dell’assetto economico e produttivo

La candidatura dovrà contenere un‘adeguata analisi delle caratteristiche del settore primario con particolare riferimento:

all’organizzazione delle aziende agricole (forma di conduzione, frammentazione e polverizzazione della maglia poderale, forze di lavoro, ecc.)

alle produzioni ed ai loro sbocchi di mercato;

alla presenza di produzioni tipiche e tradizionali;

alla redditività del settore primario;

alla diffusione del turismo rurale.

6 – Aspetti tecnici, compositivi e visivi

Ai fini dell’inserimento nel Registro, oltre agli elementi caratterizzanti il paesaggio richiamati in precedenza, assumono rilevanza anche l’assetto visivo e percettivo del un territorio, la sua coerenza compositiva e la sua qualità estetica. Va infatti ricordato che, in taluni casi, pochi elementi incongrui sono in grado di modificare notevolmente la percezione che del paesaggio ha il potenziale visitatore, e come questo possa essere un elemento limitante lo sviluppo del turismo rurale e culturale. E’ pertanto indispensabile che alla candidatura sia allegato un dossier fotografico in grado di testimoniare e rendere evidenti le sue caratteristiche visive e formali e gli elementi indicati riguardo a significatività e integrità.

Riguardo a muri a secco, ciglioni, annessi rurali e altri aspetti di dettaglio relativi alla significatività, è opportuno presentare , oltre alla documentazione fotografica elaborati grafici rivolti ad evidenziare particolari costruttivi, materiali impiegati, tecniche di allevamento ecc.

7 – Attività di conservazione e promozione della civiltà contadina e del paesaggio rurale

Sono da considerare elementi rafforzativi della candidatura la presenza di istituzioni ( es. musei della civiltà contadina) che operano per la conservazione e promozione del paesaggio rurale e dei suoi valori.

Nel caso delle aree protette sono da considerarsi positivamente piani e regolamenti che favoriscono le pratiche agricole tradizionali.

Da questo punto di vista i proponenti devono accertare le prescrizioni vigenti per la porzione di paesaggio storico eventualmente inclusa nell’area protetta. 10

8. ULTERIORE DOCUMENTAZIONE DA PRODURRE

8.1 – cartografia di dettaglio all’attualità in scala 1:5.000 con indicati i confini e uso del suolo dettagliato (unità minima cartografabile 500 mq) . Sono da indicare, oltre alle aree insediative anche le infrastrutture viarie, energetiche, industriali ecc.

8.2. – cartografia in scala adeguata alle caratteristiche dell’area dei vincoli e altre prescrizioni urbanistiche. Nel caso di più vincoli si potranno produrre più cartografie per evitare eccessive sovrapposizioni degli strati informativi.

8.3. – Cartografia dell’integrità in scala 1:5.000 (Vedi indice storico in metodologia VASA).

8.4. – Analisi VASA come descritta nell’allegato 2.

8.5. – Cenni sulla geologia e geomorfologia.

8.6. – Cartografia dei confini comunali. Può essere inserita negli altri strati informativi prodotti.

8.7. – Elenco misure dei piani di sviluppo rurale attive nell’area.

8.8. – Ampia documentazione fotografica. In particolare tale documentazione deve mettere in luce le caratteristiche indicate nella significatività (es. forme colturali, prodotti tipici, insediamenti, ecc.) ed i fattori di vulnerabilità (es. urbanizzazione, abbandono, intensivizzazioni colturali, ecc.).

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